Riceviamo da Antonio Tersalvi e volentieri pubblichiamo Il ruolo del formatore nella staffetta generazionale In un articolo sul passaggio generazionale apparso sul Sole24Ore del 4 settembre 2024, Elisa Bassi cita Massimo Recalcati riportandone la frase “ciò che conta nell’eredità è la trasmissione del desiderio (…), essa concerne le parole, i gesti, gli atti e la memoria di chi ci ha preceduto” e l’articolo si conclude con il virgolettato “ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo, se lo vuoi possedere”. Questa ultima asserzione rappresenta una grossa responsabilità per figli e figlie, generi e nuore chiamati ad occuparsi dell’impresa creata dai genitori […]
Leggi TuttoLe regole della creatività
Da qualche decennio l’uso del termine creatività si è diffuso in ambiti quanto mai eterogenei. Dalla tradizionale creatività dell’artista che crea e dello scienziato che scopre o inventa a quella più recente del consulente d’immagine, dell’esperto di marketing o dell’influencer. Indagini sul futuro del lavoro stimano che, nei paesi a maggiore sviluppo economico, i lavoratori creativi crescerebbero nei prossimi anni fino al 40 per cento del totale degli occupati. Sebbene Homo Sapiens possa considerarsi un animale come tutti gli altri animali, è indubbio che la creatività sia un tratto distintivo della specie umana. Gli animali non umani (comunque tra loro […]
Leggi TuttoDisagi del nostro tempo
Ho fretta, non ho tempo è una delle espressioni che ascoltiamo e pronunciamo più spesso. Che il tempo sfugga, che sia breve è una sensazione diffusa. Ci sentiamo oberati di impegni, spesso routinari e di poca rilevanza, che accrescono ancor più un senso di disagio. Sembra che il tempo scarseggi, che scorra sempre più velocemente: temiamo di non riuscire a fare più cose in meno tempo. L’incidenza che esercita questa percezione del tempo sulle esperienze, sulle scelte, sulle relazioni sociali ha un’enorme importanza. Se non sentiamo di padroneggiare il ritmo della nostra vita, vuol dire che qualcuno o qualcosa […]
Leggi TuttoIl più bello dei nomi
Il declino della società moderna impone un inquietante punto di problema: la democrazia appare in crisi irreversibile, sia come metodo (istituzioni e norme che rendono possibile la rappresentanza) sia come paradigma (la partecipazione anche aspramente conflittuale dei cittadini alle decisioni, cioè al diritto di sovranità). L’idea di democrazia nacque nelle città-stato della Grecia intorno al V secolo avanti Cristo. Forse, occorre partire da lì per scandagliare le ragioni della sua eclissi. Le poleis ebbero, al di là delle differenze tra esse, due princìpi costitutivi: l’eguaglianza distributiva (isomoirìa) e la parità effettiva dei diritti (isonomìa). “Distribuire a tutti una parte eguale – l’eguaglianza […]
Leggi TuttoFamiglie in transito
Se provassimo a fare un sondaggio e chiedessimo a un campione di italiani cosa intende col termine famiglia verosimilmente avremmo risposte convergenti su due caratteristiche. La prima è il matrimonio come fondamento, la seconda è il modello nucleare come configurazione, cioè genitori con uno o più figli. Ora però proviamo a confrontare questa idea di famiglia con i dati empirici disponibili e verifichiamo cosa accade (1). In Italia, le coppie con figli sono soltanto il 36 per cento, cioè poco più di una su tre, e dal ’98 sono diminuite del 10 per cento. Cioè, l’idea di famiglia che emergerebbe da un eventuale […]
Leggi TuttoLa bellezza dell’errore
Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore (Bertolt Brecht) L’uomo è l’animale che istituisce storie: il bisogno o, per dire meglio, il desiderio di narrarle dà senso e significato alle sue esperienze. E forse è un modo per raccontarsi quanto la vita sia sotto il suo controllo. Nelle narrazioni vestiamo abiti diversi imparando a recitare i copioni dei tanti personaggi della commedia umana. Sebbene, con raffinato autoinganno, affermiamo che in fondo l’io narrante ha un’identità autentica: il proprio Sé. Narrare le nostre storie offre una sponda a transiti e trambusti esistenziali mettendoci al riparo da spaesamenti e incertezze, maldestrezza e vergogna di […]
Leggi TuttoSapiens, l’animale che si vergogna
La vergogna è l’emozione sociale specifica e distintiva dell’animale umano, dell’animale che può dire “io” solo a patto di ammettere che dipende da un altro, che è un “io” letteralmente fuori di sé, che appunto è un “io” che non ha in sé la propria ragion d’essere. Felice Cimatti, Vergogna e individuazione, Forme di vita 2006/5 Perché e di cosa ci vergogniamo? Già Charles Darwin nel 1872 notò con le sue innumerevoli osservazioni, raccolte nel volume in edizione italiana, L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali, alcuni segnali tipici, potremmo chiamarli sintomi, della vergogna. “I piccoli vasi, che formano […]
Leggi TuttoFuturi possibili
Nel suo capolavoro, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Milan Kundera sostiene che l’esistenza umana, la vita di ciascuno di noi, non sia replicabile. È propriamente questa impossibilità che conferisce ai nostri itinerari esistenziali quella leggerezza insostenibile, preludio a una paradossale irrilevanza delle nostre scelte. Che ciascun attimo trascorso non ammetta ripetizioni è una sorte che condividiamo con tutti gli altri viventi. Noialtri però l’ avvertiamo, la sentiamo, ne siamo consapevoli in ragione del dispositivo, formatosi all’interno della vicenda evolutiva, che solo la nostra specie esibisce: il linguaggio, il pensiero verbale. Con ogni evidenza, come suggerisce la tradizione dell’antropologia filosofica, è soprattutto la […]
Leggi TuttoLavori (una ballata rap) di Sergio D’Angelo
Lavori (una ballata rap) di Sergio D’Angelo Il lavoro che non si trova: sempre di più. Il lavoro che c’è: sempre più incerto. Il lavoro di chi ancora fatica e si consuma. Il lavoro da inventare con trovate disneyane e risultati da fame. Il lavoro che aliena e abbrutisce ma senza molti s’ammalano e qualcuno s’ammazza. Il lavoro precario, a termine, che chiamano flessibile: economisti ed esperti con posto fisso e carriere assicurate. Il lavoro dei datori di lavoro che considerano il profitto una varabile indipendente. Il lavoro autonomo: un’improbabile soluzione individuale a un ossessionante problema sociale. Il lavoro […]
Leggi TuttoMetodologie di assessment e self-assessment di Sergio D’Angelo
Non è che io ami il lavoro: preferisco starmene attorno in ozio e fantasticare di tante belle cose che si potrebbero fare. Non amo il lavoro, nessuno lo ama; ma mi piace quel che avviene nel lavoro, l’occasione discoprire se stessi. La nostra realtà vera, valida per noi, non per gli altri, quella che nessun altro giungerà mai a conoscere. Joseph Conrad Organizzazioni in transito e trasformazioni del lavoro Le trasformazioni del lavoro più recenti hanno prodotto un notevole impatto sulla vita organizzativa influenzandone, non sempre positivamente, le relazioni, il senso di appartenenza, il livello di motivazione. Incertezza e ambiguità […]
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